Come ogni venerdì riecco ‘SUONO’, questa volta con due ospiti molto d’impatto: Julien Sandre e Cesar Merveille. Conosciamo meglio Julien, napoletano doc con origini francesi, che si racconta per Dìbeat.
Rieccoti a Soverato Julien, bentornato!
“Grazie, è sempre un piacere tornare qui, per la seconda volta da ospite. Mi piace molto la situazione, Claudio e la sua crew hanno creato qualcosa di importantissimo”.
Ti rivedo dopo la serata in cui abbiamo ospitato Raresh. Ho visto che siete molto amici.
“Con Raresh c’è un’amicizia nata grazie alla musica, io lo seguo sempre perché è uno dei miei punti di riferimento in quest’ambiente.
Il tutto è cominciato quando gli ho mandato delle tracce, gli sono piaciute e mi ha preso in considerazione e questo è rarissimo perchè i deejay affermati ne ricevono tantissime. Ci vediamo spesso perché quando sta in Italia lo vado a sentire molto volentieri, ma anche all’estero. Penso che sia una bellissima persona e un artista fenomenale”.
Ti senti affine a lui musicalmente?
“Non mi sento di dire che sono vicino a lui musicalmente perché Raresh ha una cultura vastissima, ma diciamo che mi ispiro molto a ciò che fa”.
A quale realtà musicale ti senti più vicino?
“Al filone francese Deep House”.
Se non sbaglio tu hai anche origini francesi.
“Si. Mia madre è francese e da questo nasce il nome Julien Sandre, Julien come omaggio a mio nonno, e alla mia parte di famiglia francese”.
Anche musicalmente la tua parte francese ha influito sul tuo percorso musicale?
“Ha influito molto sulla musica, sono stato a Parigi parecchie volte e ogni volta che ho la possibilità ci torno e le influenze parigine le esprimo sia nelle produzioni che nei set”.
Francese di origine ma vivi a Napoli, giusto?
“Esatto. A Napoli vivo e lavoro, ho una doppia vita sulla quale mantengo la riservatezza. Di giorno lavoro e la sera faccio il deejay”.
Quindi non sei Batman..
“No, non sono Batman ma comunque la mia vita e il mio lavoro preferisco tenerle per me e separare le due cose” .
Ho letto che sei un super collezionista di dischi in vinile.
“Mio padre a Napoli ha gestito un club per 25 anni. A quei tempi si usava che il proprietario del locale comprasse i dischi al deejay così dall’85 al 2010 abbiamo raccolto più di trentamila dischi. Tra questi ho fatto una bella cernita e ho creato una mia collezione personale”.
Oltre la collezione di vinili hai iniziato a ‘collezionare’ artisti attraverso la tua etichetta ‘Blind Box’.
“La mia etichetta è un vanto per me. E’ nata due anni fa coi miei due amici, Konstress, che sono trapiantati a Londra. L’abbiamo iniziata per promuovere la nostra musica, poi siamo stati appoggiati da un sacco di deejay forti e ne siamo felicissimi”.
Quando saranno le prossime date per venirti ad ascoltare?
“Con mio grande piacere suonerò al Magick Bar di Ibiza”.
Dora Dardano