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BENTORNATO CIRCLE, BENTORNATO RALF!

Finalmente venerdì. Venerdì di musica, di festa e finalmente venerdì al Circle! Il destino ha voluto che il nostro tanto atteso ritorno a casa coincidesse con la data di un artista altrettanto atteso e caro al gruppo e al pubblico Dìbeat: lo zio Ralf!

Com’è andata la serata? Ti se divertito?

“Io mi diverto sempre, in particolare al Sud Italia. In Calabria nello specifico i club che sono ricettivi per quello che faccio io sono davvero pochi per cui quando vengo la gente risponde bene. Stasera purtroppo ho fatto quest’ora di ritardo perché ho perso l’aereo, ma sono arrivato lo stesso in macchina da Roma.

La cosa figa dei calabresi è che molti che studiano al nord, per esempio a Bologna o Perugia, mi seguono molto al nord e poi quando vengo l’estate me li ritrovo a ballare qui: nelle mie serate 30-40% del pubblico è calabrese”.

Seconda volta di scena in casa Dìbeat, stai iniziando a sentirti un po’ a casa?

“Già la prima volta mi sono sentito a casa, poi in tutta la Calabria i club che fanno un certo discorso musicale saranno tre al massimo e questo del gruppo Dìbeat è il più figo”.

Abbiamo aperto ‘SUONO’ con Carola Pisaturo che ha parlato molto bene di te, siete molto legati?

“Carola è stata una figura molto importante nella mia carriera, è stata la prima deejay che ho scelto per il mio management. Ricordo la prima volta che parlai di lei in un intervista su ‘Deejay Magazine’ in cui mi chiesero su quale artista emergente avrei puntato. In quegli anni ancora non ero nell’ambiente del management, anzi avevo una manager io stesso, il mio management è venuto 5 anni dopo quindi il mio giudizio era del tutto disinteressato.

A livello manageriale poi col tempo si sono uniti a noi altri artisti di un certo livello. Diciamo che siamo pochi per nostra scelta ma quelli che ci sono hanno molto stile e un bel bagaglio. Carola tra questi ha sempre avuto un bel riscontro a livello mondiale, ha un gusto musicale sopraffino e pochi deejay possono spaziare dalle robe più mentali e morbide fino alle robe più spinte e più techno e per me un deejay deve riuscire a far questo ed è anche una mia peculiarità”.

Quindi hai visto un po’ di lei in te?

“Si ho visto un po’ di me. Penso che un buon deejay debba avere un certo range e vastità di stili e debba saper spaziare dal soul alla techno, sempre rimanendo nei suoi gusti: le dance hall non sono tutte uguali, ma è tutta bella musica!”.

E di Luca Agnelli che ci racconti?

“Luca Agnelli è stato il primo deejay che ho messo nella mia etichetta: ho prodotto un suo  disco suo quando lui era appena uscito dalla sua esperienza più commerciale. Visto il suo cammino fino ad oggi e il seguito che sta avendo credo di non essermi sbagliato“.

Parliamo della tua etichetta: da dove viene il nome ‘Laterra’ ?

“Il nome dell’etichetta è venuto prima del nome ‘Laterra Management’. Ho scelto questo nome perché mi piaceva il suono, ho scelto di scriverlo con l’articolo attaccato perchè mi piaceva l’effetto che avrebbe avuto all’estero. Se lo scomponi, a livello semantico, ci sono diverse chiavi di lettura: in primis il pianeta e poi la terra quella che tocchi con mano“.

Possiamo dire che la terra sia il tuo elemento?

“È un elemento a cui sono molto legato. Nella mia vita ho sempre scelto di vivere in campagna invece che stare comodamente in una grande città magari più servita a livello di trasporti: dalla mia casa che si trova vicino al Lago Trasimeno l’autostrada più vicina è a 200 km, per prendere l’aereo devo arrivare fino a Bologna o Roma. Ma sai, è talmente tanto il piacere e il beneficio che mi da vivere lì che non ho mai sentito l’esigenza di spostarmi”.

In questa casa immagino non manchi lo studio..

“Si, ho studio e ufficio e tra una cosa e l’altra coltivo gli ulivi. Purtroppo fino a settembre ci passerò poco tempo e il momento ideale per godersi la campagna è l’estate durante la quale però sono sempre in giro a suonare”.

Hai scritto la storia del Clubbin’ in Italia: qual è il segreto del tuo successo e qual è stata la tua fortuna?

“Di certo sono stato nei club giusti al momento giusto. Poi ho sempre fatto questo genere con amore e passione ovunque. Il mio interesse principale è che la gente esca dal locale e dica che Ralf ha spaccato. Se esco io da un locale e non mi pagano mi girano per un po’ e poi dopo poco me ne dimentico, ma se qualcuno dice che Ralf ha suonato male, ecco, a quello penso di continuo e ci sto male. Credo che questo interesse e questa devozione continua contribuisca ad essere più longevi di altri colleghi che per esempio suonano solo nei club più importanti“.

Ralf vs Antonio: da dove viene Ralf e cosa resta di Antonio?

“Ralf è un soprannome che viene da un cartone animato che mi diede un mio compagno d’infanzia in prima media. Hanno cominciato a chiamarmi Ralf 10 anni prima che facessi il deejay. Quando poi ho iniziato a suonare si diceva in giro che suonava Ralf e non Antonio Ferrari. Col nome Antonio non mi chiama quasi nessuno, sia mia madre che gli altri in famiglia mi chiamano Antonello, la mia compagna con la quale sto da 36 anni mi ha conosciuto come Ralf e mi ha sempre chiamato così. Quindi questo è stato il mio nome, ma di certo essere stato Ralf ha cambiato la mia vita“.

 

Dora Dardano

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